lunedì 18 luglio 2016

Casapound: erneuter faschistischer Übergriff - episodio di violenza fascista

In der Nacht des 15. Juli gab es in Bozen einen weiteren gewalttätigen Übergriff von Mitgliedern der rechtsextremen Gruppierung Casapound. Eine Gruppe Jugendlicher, die laut Aussagen nicht politisch aktiv sind, haben auf dem Heimweg mehrere Lieder angestimmt, darunter auch das bekannte Lied „Bella Ciao“. Plötzlich sei ein Auto stehen geblieben und zwei Personen, bekannte Gesichter von Casapound, sind ausgestiegen. Mit der Begründung das sei „ihr Viertel“ und „solche Lieder werden hier nicht gesungen“, haben sie die Jugendlichen angegriffen. 
Ein 19 Jähriger hat Verletzungen im Gesicht davongetragen und ein anderer hat bei dem Übergriff einen Zahn verloren. Später hat einer der jungen Männer die Neofaschisten gefilmt. Diese haben erneut durchgedreht und wieder angefangen auf die Leute einzuschlagen. Zudem wurde dem jungen Mann das Handy entrissen und in einen Garten geworfen. Zu spät, die Gesichter der Faschos sind auf dem Video gut erkennbar und zeigen deutlich um wem es sich handelt: Der allzu gut bekannten Stadtviertelrat Davide Brancaglion und Mirko Gasperi. Beide waren schon mehrfach bei ähnlichen Aktionen beteiligt. 

Gewalt als politisches Mittel ist hier leider kein Einzelfall. Brancaglion war einer Schläger die 2015 drei Linksaktivisten angegriffen haben, weiters war er im Mai bei einem brutalen Übergriff auf einen 16 Jährigen beteiligt. Den Bozner Neofaschisten wurde und wird schon zu lange politischer Spielraum gelassen. Auf einer Seite werden sie von den lokalen Medien oft wie die „guten Jungs“ behandelt die Parks und Friedhöfe säubern, allen voran die Zeitung „Alto Adige“. Auf der anderen Seite gibt es von Seiten der Parteien oft keine Wirklichen Distanzierungen. Beispiel Caramschi und Baur (Svp), die über eine mögliche Zusammenarbeit mit Casapound gesprochen haben. Muss es erst Tote geben bevor begriffen wird welcher Natur die Neofaschisten von Casapound sind? Unsere vollste Solidarität gilt den Opfern.


Corriere dell'Alto Adige, 17.07.2016
Nella notte di venerdì 15 luglio a Bolzano si è consumato l'ennesimo episodio di violenza fascista targato Casa Pound. Un gruppo di ragazzi, del tutto estraneo al mondo dell'attivismo politico, sta rincansando intonando diversi canti, tra cui la celebre "Bella Ciao". A questo punto vengono raggiunti da una automobile da cui scendono due noti militanti di Casa Pound che si scagliano violentemente contro i giovani, affermando di essere stati provocati, in quanto quello è il loro territorio e quelle canzoni non si devono cantare. 

Un diciannovenne, che in seguito sporgerà denuncia, si ritrova con il volto tumefatto, mentre ad un altro ragazzo salta un dente. Mentre gli aggressori se ne stanno andando uno dei ragazzi estrae un telefono e inizia a filmarli, scatenando nuovamente la furia degli squadristi che riprendono a picchiare, mentre il cellulare viene strappato dalle mani del proprietario e lanciato all'interno di un giardino privato. Troppo tardi, però, visto che il video è inequivocabile e mostra chiaramente il consigliere di circoscrizione Davide Brancaglion e Mirko Gasperi, esponente di spicco della sezione bolzanina di Casa Pound. L'identità degli aggressori non è un fattore secondario, anzi, dimostra chiaramente che non si tratta di un fatto isolato, bensì di una prassi consolidata di uso della violenza politicamente motivata. Brancaglion, infatti, non è nuovo a fatti del genere: nel 2015 è tra gli autori di una violenta aggressione ai danni di tre militanti di sinistra, mentre nel gennaio di questo anno è stato coinvolto nel brutale pestaggio che ha spedito in ospedale un sedicenne. 

Ai fascisti locali è stata garantita agibilità politica troppo a lungo. Da un lato vengono coccolati dai media locali, Alto Adige in testa, che li dipingono come bravi ragazzi che si prodigano nella pulizia di parchi e cimiteri, mentre dall'altro vengono protetti dalle istituzioni che invece di condannare si riscoprono improvvisamente garantiste, come nel caso di Brancaglion dopo il pestaggio di gennaio, o si abbandonano a discutibili dichiarazioni, come le recenti aperture di Caramaschi e Baur. Dobbiamo piangere il morto prima che ci si renda conto della vera natura dei movimenti neofascisti? Esprimiamo la nostra solidarietà alle vittime dello squadrismo.

Corriere dell'Alto Adige





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